La crisi Italiana del 2013.

Bologna 2.3.2013






La crisi Italiana.


Le elezioni politiche del 2013 hanno cambiato radicalmente l'assetto politico stabile,in larga misura do oltre 20 anni.
Cosa succede:la situazione deve essere affrontata con la consapevolezza che la crisi è internazionale,L'EUropa e l'Italia costituiscono un faro nella storia delle società occidentali per il secolo passato.
L'Italia ha anticipato spesso il precipitare degli eventi e le risposte ad eventi come la rivoluzione bolscevica del 1917,ora nella crisi internazionale si presenta un nuovo confine per la specie umana del quale è necessario avere una chiara idea del limite che esso rappresenta.
IL rapporto specie umana natura o sistema naturale,che va deteriorandosi velocemente se non si interviene consapevolmente,la riduzione potrebbe essere drastica e determinare la perdita di controllo da parte dell'ONU delle regole di convivenza civile,con il rischio di ripresentarsi il terrore di un conflitto nucleare...e questa non è fantascienza,perchè abbiamo imparato che le società possono regredire al livello più basso in assenza di strategie di sviluppo.
Ciò significherebbe conflitti su vaste aree e non più locali.
L'Italia precede gli sviluppi sociali ed è essa stessa sviluppo di nuove relazioni.
Le elezioni hanno definito l'incapacità per programma di tutte e tre le formazioni politiche,quindi non è più valido il criterio politico del bipolarismo su base corruttiva ed incostituzionale in alcuni aspetti.
La Costituzione Italiana è inadeguata rispetto a paesi più avanzati,come Francia,Germania,INghilterra,Spagna,Svezia ed altre...
Grillo sbaglia se pensa di giocare al tanto peggio tanto meglio per il movimento ,ma non per il Paese,neppure può dire agli altri cosa fare.
A questo punto la fretta di fare un governo senza comprendere le esigenze del Sistema Democratico-Repubblicano diventa un disastro.
Punto fondamentale ed irrinunciabile sono le riforme Costituzionali ed Istituzionali del sistema politico.
La possibiltà di fare le riforme  dipende da una consultazione popolare anche come presupposto democratico.
Grillo deve affermare l'eccezionalità della situazione facendo leva sul fatto che è inedita e le tre formazioni politiche hanno carattere inconciliabile :ne consegue che l'Italia da sola non esce dalla situazione facendo affidamento solo sulla propria esperienza,necessita un confronto o una comparazione con le Democrazie Europee,che abbiano diritto di parola,quindi un rapporto corretto e non strumentale.
Se Grillo pensa di dirigere il Paese è lo sfascio per inesperienza e obiettivi politico economici.
Se pensa di riproporre le elezioni,tra breve senza modificare la legge elettorale,è lo sfascio del sistema democratico,si vota solo il capo..
Nessuno può fare a meno dell'Europa,men che meno ora,che Grillo impari ad urlare meno al mercato,respinga le proposte fatte con criteri di normalità,come se niente fosse,ha ragione,ma peggiora le cose se rifiuta di percorrere altre strade e l'unica è quella Europea.

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