La Politica : e la soggettività personale.

BO. 30.6.13



La Politica : e la soggettività personale.

Quando la politica diventa il frutto, non di una scelta collegiale in base a criteri di raziocinio,ma di pensieri personali soggettivi; assistiamo alla più irrazionale delle considerazioni,i desideri ed il piacere.
In Italia la politica con la P maiuscola, come discernimento della realtà non esiste più,i vari comportamenti si accalcano nella necessità di fare la cosa necessaria e corretta per tutti,ma ognuno antepone le proprie idee e convinzioni a quelle di un'altra persona,e così via in una ridda di voci confuse.
Per fare Politica sono necessarie quelle regole comuni o Leggi costituzionali,o Principi Costituzionali,sulla base dei quali definire i limiti dell'azione pubblica come Stato Sociale.
In Italia la Costituzione è asfittica ed incoerente per i suoi principi assolutistici,sulla base dei quali ,essendo così assoluti da essere irreali,consentono la libertà assoluta dell'incoerenza,ma che al tempo stesso è quella dell'incapacità.
Lo dimostra il fatto che in 20 anni non ci sono stati investimenti pubblici per lo sviluppo del paese.
Tutti i meccanismi si sono inceppati perchè malfunzionanti,sulla base di regole sociali e civili inaccettabili,il conservatorismo millenario di leggi e procedure della Repubblica.
Due principi sono travisati nella Costituzione Italiana:
1) Il principio del lavoro,indissociabile dalla libertà di scelta razionale,che lo caratterizza da secoli con la rivoluzione scientifica.
2) Il principio del Governo : fondato sul lavoro collettivo del Deputato,non sul potere delegato dai cittadini/e al più forte per fare quello che pensa sia il suo interesse.
Due principi assolutistici che privano la Costituzione Italiana di quella necessaria dialettica delle regole definite per funzionare.
3) Le regole di funzionamento del Parlamento,per i ruoli del Deputato ad un lavoro per la società.
    Quindi il lavoro del Deputato deve essere formalmente definito da regole e da rendiconti pubblici della spesa per persona.
Chiunque pensi di uscire da questa crisi senza una definizione di Principi di Razionalità universali,Validi per tutti,scritti nella Costituzione è uno sciocco ed ambizioso di Potere per fini personali.
Le regole o Leggi universali che negli altri Paesi Europei esistono e fanno le basi della Comunità nazionale in Italia sono sbeffegiati da quasi tutti o evitati.
Nella politica Italiana non esiste più l'onestà oggettiva sulla base della quale fare le scelte,ma la menzogna manipolata per definire una ripartizione delle spese secondo criteri di Forza.
Procedendo con questi criteri si arriva solo al disfaciemnto della società civile,perchè non si affrontano i problemi di fondo della società.
I criteri dello sviluppo sembrano essere diventati i numeri della cabala,con Berlusconi che predica il ritorno a Forza Italia,assurdo ma vero,così come le primarie del PD sembrano diventare il voto per un potere assoluto del segretario-Premier.
L'assurdità delle proposte evidenzia un vuoto di logica razionale perchè si antepone la propria personalità alla ragione delle cose e dell'organizzazione sinergica della società complessa che in quanto tale richiede capacità professionali elevate,autonome ed interdipendenti nelle informazioni.
L'organizzazione politica è la condizione ed il presupposto per maturare collettivamente scelte razionali fondamentali per tutti,se non esiste organizzazione abbbiamo solo un coacervo di opinioni mal poste che creano confusione,come il movimento 5S.
La riforma elettorale,indispensabile è possibile se e solo se  si affermano i principi di libertà del lavoro nelle sue componenti,il lavoro di direzione e quello diretto.
Non vi sono altre possibilità,o l'Italia si adegua alla realtà istituzionale delle società Europee, frutto delle rivoluzioni scientifiche,quindi anche organizzative del sapere,oppure recede a paese sottosviluppato per questo rifiuto pregiudiziale e discriminante della ragione e dell'intelligenza come patrimonio di una società europea,la cui etica del lavoro è posta sopra ogni cosa e richiede l'onestà intelletuale dei dirigenti in primo luogo,come esempio e guida della società Italiana.

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