Egitto e Magreb.

Bo. 17.8.13


Egitto e Magreb.

La guerra civile è in corso dalla caduta del regime di Mubarak,di Gheddafi e del dittatore della Tunisia.
Cadute le dittature militari,per la rivolta a condizioni di vita al limite della sopravvivenza e senza Libertà,la situazione si è sviluppata con una propoensione a fare dello Stato Democratico uno strumento della religione Islamica.
In effetti vi è una forte coicidenza tra Religione e leggi di Stato,nelle Repubbliche Islamiche,a cominciare dall'Iran.
Caduti i regimi militari si è accesa una lotta per la conquista del Potere senza regole definite,come in Egitto,abbiamo assistito all'assalto delle chiese coopte,agli attentati contro le diverse fedi non islamiche.
La recrudescenza degli attentati ,come i brogli elettorali,in alcune zone,hanno creato il retroterra di un conflitto di cultura,all'apparenza religiosa,ma dietro la quale si cela il concetto di Stato democratico laico,come oggetto della disputa,tra laici e religiosi Mussulmani.
Le guerre sono sempre innescate da un pretesto,la guerra civile era in corso da alcuni anni in Egitto,con una parte attiva,gli integralisti Islamici ed una parte passiva,Cristiani coopti e laici Mussulmani.
Inutile farsi illusioni,gli Emirati arabi finanziano i Fratelli Mussulmani,integralisti,per la formazione politica antidemocratica,che metterebbe in forte difficoltà,la gerarchia sociale e religiosa del mondo Arabo,ancora definita da regole medioevali e fortemente accentrate in mano di pochi enormi ricchezze.
I potenti,ovvero,gli Emiri,Sceicchi,ed altre gerarchie come i Re,del mondo arabo non sono disposti a passare di ruolo,ovvero cedere dei compiti laici,cioè razionalmente definiti sulla base di leggi e Principi eguali per tutti.
I criteri di vita dello sviluppo sono usati nel mondo arabo per mantenere invariate le leggi religiose antiche,ed in parte incapaci di porre nuove regole più adeguate alla situazione di sviluppo economico e sociale.
L'Egitto dopo la Siria diventa il luogo dove si scontrano due culture diverse,la religiosa e la razionale.la Democratica e la Gerarchica,l'orientale e la occidentale con le sue rivoluzioni scientifiche ed industriali.
La scarsa cultura,che è anche condizionata fortemente nell'educazione alla gerarchia di comando lascia poche possibilità allo sviluppo della dialettica del confronto razionale ed equo.
L'accaparramento delle risorse diventa strategico,come diventa strategica l'Unità del Mondo Arabo verso gli altri paesi del Mondo,come l'Europa di oggi.
Le principali difficoltà derivate da uno sviluppo sociale e politico vincolato ad un rigido autoritarismo hanno radicalizzato una situazione di fatto già compromessa,lo scontro tra due culture,la tradizionalista conservatrice della religione in tutto e per tutto ,e la cultura innovativa della Democrazia all'apparenza più debole se non esiste industria capace di sviluppare nuovi ceti sociali.
L'Italia è passivamente osservatrice della caduta di quei regimi con i quali aveva stretto interessi consistenti ed ora appare sorpresa dei cambiamenti,quasi irragionevole nella nostra ignoranza dei problemi di altri nostri vicini.
Ma questo Governo italiano di larghe intese è anche di corte e strette vedute,al punto tale che non sa fare i conti in casa propria.
La congiuntura Internazionale è favorevole ancora per poco ed il governo italiano ne approfitta per dilapidare forti somme che l'Europa ci aveva destinato per lo sviluppo mirato di progetti che nessuno vuole e deve fare in nome del libero arbitrio personale,una farsa che Grillo interpreta con l'autoriduzione dei costi come unico movente,tipo Bossi che urlava Roma ladrona.oggi Grillo urla Politici ladri.
Le organizzazioni politiche privatistiche non sanno fare nulla di più ostacolate dalla loro stessa vista miope e strumentale dei beni del Paese.
L'Egitto,come la Libia e la Tunisia sono attraversate da lotte interne,anche cruente,ma la loro unità può avvenire solo con una unità degli Stati repubblicani,cosa che i conservatori rifiutano pregiudizialmente usando la religione dell'Islam come paravento ai loro non chiari propositi.

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