Clandestinità e conflitti sociali.

Bo.10.10.13

Clandestinità e conflitti sociali.
I conflitti sociali sono,anche conflitti armati,negli stati totalitari o con regimi militari,oppure con sistemi di potere religiosi che si sostituiscono alle leggi laiche e razionali.
I conflitti sociali sono spesso il risultato di aspre e contese suddivisioni della ricchezze,nei paesi dove esse,le ricchezze ,sono appannaggio di poche persone,oppure fagocitate dalle organizzazioni religiose e distribuite,non secondo criteri razionali per lo sviluppo,ma funzionali alla conservazione del potere religioso,strumentale nei confronti del progresso tecnico -scientifico.
I conflitti sociali religiosi,tra Mussulmani integralisti o radicali,come la Jiad ed altre,contro la religione Cristiana.
Diversi paesi sono soggetti ad una elevata ed estesa conflittualità interna:Siria,Egitto,Tunisia,Libia,Eritrea,Somalia,Nigeria,in parte il Libano ed altri ancora.
La clandestinità o la fuga dal proprio paese di origine non è un reato,diventa una emigrazione forzata ed indirizzata in modo forzoso verso mete sicure.
L'estensione dei conflitti sociali,culturali e politici,interni ai paesi arabi,o a carattere religioso Mussulmano,verso i Cristiani,impone una riflessione seria.
In questi paesi era garantita la libertà di culto con i precedenti regimi totalitari.
Con le trasformazioni in atto questa libertà viene meno e con essa anche la libertà di opinione e parola,come di organizzazione del dissenso ed opposizione.
Manca in una sola parola un Regime Democratico ,diretto e per libera scelta.
Come in Italia,solo che il nostro paese funzione sulla base della pluralità sociale dei ruoli economici,fin che le cose reggono su equilibri obsoleti.
I paesi ad alto conflitto,cioé militare e civile,sono in aumento nel mondo arabo.
La conseguenza non può essere che l'Europa diventa l'isola di salvezza di tutti i problemi dei paesi con guerre civili in atto,del centro Africa.
La cosa assume un carattere imprevisto per la sua dimensione,diventa una emigrazione di masse incontenibili,per la sproporzione numerica, da un solo continente come l'Europa.
Si pone la domanda se vi siano spinte al rifiuto di una struttura politica Democratica,in quei paesi,per il conservatorismo delle classi dirigenti "Nobili" di quei paesi.
Per quanto le loro ricchezze siano straordinarie non sono quelle fondamentali,come le risorse delle produzioni agricole e di allevamento in aree desertiche.
L'Europa non deve assistere passivamente a queste trasmigrazioni di masse,neppure rifiutarle totalmente;definendole come clandestine,perchè non lo sono e non riguardano piccoli gruppi etnici.
L'analisi delle realtà che cambiano diventa difficile,quando l'informazione diventa spettacolo e lo spettacolo per esigenza di moderazione e fantasia deve essere solo bello e con un bel finale.
La logica berlusconiana del vogliamoci bene se fate come dico io è finita e deve finire perchè è falsa ed illusoria.
Affrontare il problema dell'immigrazione diventa una nuova piattaforma politica con l'Africa,paesi Mussulmani in testa,per definire le strategie e gli obiettivi politici,perchè la cultura mussulmana religiosa,come quella cristina cattolica non hanno ancora eleborato il concetto e le leggi della rivoluzione scientifica del 1600 e neppure la versione ideologizzata di Einstein con la Relatività,che non ha mai ricevuto il premio Nobel ed è la base del Modello standard,assurdo ma reale,quanto falso il concetto virtuale di Bosone.
L'emigrazione di masse imponenti viene creata da conflitti politco-religiosi medioevali ,nei loro caratteri,diventa una nuova sfida per l'Europa e l'America,o USA,come per il Canada e l'Australia.
Ora e sempre . - X Legio - Italica.

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