Italia: la classe dirigente, inesistente.

Bo. 24.10. 14
Italia: la classe dirigente, inesistente.

Le vicende italiane dal dopoguerra ad oggi sono segnate da uno sviluppo tecnico senza precedenti, avvenuto in ritardo rispetto ad altri paesi Europei più avanzati, quasi tutti quelli dell'area nord occidentale.
L'arretratezza italiana ha come base due motivi, la mancanza di una scolarità per circa il 50  % della popolazione, ed in secondo luogo, un monopolio della cultura gerarchica, sia Monarchica che politica con il Fascismo.
La cultura gerarchica si fonda sulla riduzione dei problemi  ed alla scelta di un solo dirigente come autorità competente.
Lo sviluppo sociale e civile ha determinato nuovi costumi, ed una nuova organizzazione sociale più libera per le iniziative economiche della libera impresa, ed una cultura nuova sopratutto con l'avvento della televisione come mezzo di comunicazione a senso unico e privilegiato, per le informazioni sul resto del mondo, anche se censurate da una cultura gerarchica, in diversi aspetti.
Lo Statalismo accentrato e monopolista è stata l'istituzione gerarchica fondamentale, con il primato dei clericali alla guida ed il consenso dell'opposizione comunista e socialista, mentre il gruppo di giustizia e libertà si dedicò quasi interamente allo sviluppo industriale e della cultura,da Einaudi, Soldati,  Enrico Mattei, solo per citare i più famosi.
La società italiana è trainata nello sviluppo dall'Europa in diversi settori, pur mantenendo un isolamento culturale e politico istituzionale molto rigido, anche se propagandisticamente orientato all'Unità Europea.
La contrapposizione con l'ideologia comunista, o guerra fredda, giustifica manovre a volte illecite dal punto di vista Democratico, respinte, ma senza modificare l'impianto Costituzionale di impronta dogmatica e contraddittoria, con dei criteri di tassazione, ereditati dal fascismo, come iniqui verso la libera impresa ed il lavoro,nel loro insieme, rimasti inalterati per volontà di tutti i politici del tempo.
Le due classi sociali nuove sono, gli imprenditori, industriali, sia nei settori delle macchine e dell'agroindustria, sia del ceto dei lavoratori che subentra a quello dei braccianti come numero principale della popolazione.
Nell'industria alcune sono privilegiate, la Fiat, la Magneti Marelli, le industrie chimiche del petrolio e della gomma, ed in effetti l'accentramento di alcune imprese a discapito del numero ritarda lo sviluppo di un ceto imprenditoriale che costituirebbe la nuova classe dirigente italiana, di nome e di fatto.
La classe sociale che si afferma, l'imprenditoria, come quella subalterna del lavoro dipendente, sono entrambe racchiuse dentro codici di Legge obsoleta, arcaica, tale da mantenere in vita i contratti di mezzadria di stampo moderno se non medievale.
La regole sociali sono quelle del clericalismo che mantiene la Chiesa di Roma come Chiesa di Stato, come baluardo anticomunista, creando una dicotomia dogmatica nella società, dove il principio di laicità, razionalità sociale e civile delle esperienze viene negato come parte fondamentale dello sviluppo della società.
Lo sviluppo viene accettato dalla nuova classe dirigente politica clericale come un male da curare e limitare nelle sue influenze, stessa posizione, ma opposta per motivazioni, quella del comunismo, lo sviluppo è un male inevitabile.
Le ideologie offrono alla nuove classi dirigenti uno specchio convesso, la cultura clericale e religiosa del monopolio di pochi sopra i molti tenuti nell'ignoranza, perchè non possano vedersi nella loro funzione principale di dirigenti del paese.
Cosa che in parte avviene anche oggi con Berlusconi ed il Papa che interviene nella politica Italiana.
La realtà storica del dopoguerra andrebbe scoperta ora dato che il tempo di 50 ani è trascorso ed i documenti dei rapporti tra Italiani,  ed Americani con Inglesi vincitori della Seconda guerra mondiale dovrebbe essere chiarito oltre la retorica degli avvenimenti.
Ora e sempre.--X--Legio--- Democratica Italiana--d'Europa.

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