Politica = insieme di dati dei fenomeni sociali.

Bo. 13. 12. 14

 Politica = insieme di dati dei fenomeni sociali.

La politica, come viene presentata oggi nelle televisioni e nell'informazione, pare una buffonata di piazza, dove ognuno dice la sua su tutti gli avvenimenti dei giorni presenti.
La  politica era fino a 20 anni fa, la divisione dei ruoli nella società, tra chi dirige e chi viene diretto, con il filtro dell'informatore, il giornalista e l'argomento sociale come insieme di dati.
La divisione degli spazi, tra giornalisti da un lato e politici dall'altro, per un confronto pubblico, era la base indispensabile per conoscere i problemi del paese.
Ora questo non accade più da oltre 20 anni, dopo gli scandali della DC e la caduta del sistema socialista sovietico e comunista.
L'avvento di Berlusconi in politica cambia le regole del sistema politico informativo, della politica come affare  privato, in primo luogo, invece che pubblico e collettivo.
L'ISTAT viene riformata da Prodi, senza un valido motivo, ed ora funziona a velocità ridotta, per fare spazio alle statistiche private, ma i conti dello Stato italiano continuano a peggiorare, ed anche la capacità di conoscere la realtà.
L'informazione televisiva della politica diventa spettacolo personale dei singoli che discutono e litigano tra loro per motivi contingenti, estranei ai problemi reali del paese.
Pare che la moda della satira dei deboli e sui deboli, sia una panacea dei mali del paese, come Crozza con Razzi, senza più menzionare Berlusconi ed affini, Renzi è scalfito dalle sciocchezze che dice in apparenza, ma in realtà, propone un colpo di Stato contro la Democrazia, che si risolve in una critica alla frasi sconclusionate che usa nei rapporti.
Nessuno pare sia intenzionato ad affrontare i problemi storici del paese ancorato ancora a principi fascisti, senza libertà di scelta ed eguaglianza tra le classi per le Leggi civili.
Neppure le proteste dei sindacati sfiorano il tema del surrogato della cassa integrazione rispetto al reddito di cittadinanza, che unificherebbe occupati e disoccupati sotto una unica Legge di solidarietà e di giustizia sociale proporzionale.
Lo sciopero è servito solo a sedare le proteste interne alla CGIL e UIL, le mascherate di Renzi una carnevalata che conferma un consenso al PD in larga misura, per la mancanza di proposte sindacali oneste per tutti i lavoratori.
Non si vede come in Italia la cultura ideologica, possa essere superata dalla dialettica tra le classi se ognuno non si pone in Principio come soggetto eguale agli altri nei confronti dello Stato fondato sulle Leggi eguali per tutti, oggi trionfano parassitismi come l'antipolitica, intesa come rifiuto di esaminare la realtà sociale nei suoi dati aggregati per tipologie omogenee, comparando le esperienze con altri paesi; lasciando, con tali mancanze, lo spazio  all'eversione strisciante e corrosiva, dei Decreti d'urgenza come surrogato di Legge, a protezione del sistema corrotto politico attuale.
L'informazione ha privilegiato delle modalità informative della politica, per dissolvere la funzione sociale e di sviluppo della cultura degli abitanti, cittadini/e e contadini/e, delle Leggi civili, ma al tempo stesso ha permesso di nascondere l'incapacità e l'ignoranza dei ceti  arricchitosi sotto l'ombrello del clericalismo moderato e spicciolo, come Berlusconi ed altri come Moratti.
L'informazione personalizzata o personalistica, usata per la politica ha deviato e deformato l'oggetto dell'informazione, la conoscenza della realtà sociale.
Ciò che disturba  coloro che rifiutano il mondo esterno finchè non gli serve, ovvero coloro che, dogmatici sono garantiti per fiducia o fede comunque, oltre gli errori e gli abusi, un gruppo sociale nutrito, proveniente  dalle parrocchie che si è insediato nello Stato come garanti dell'ordine costituito dal clericalismo moderato.
Ora e sempre --X--Legio ---Italiana--Democratica --d'Europa.

Commenti

Post popolari in questo blog

Gli Art. 35, 36, 37, 38 della Costituzione.

PARTITO DEMOCRATICO: RENZI IL VENDICATORE.

Gli Art. 14, 15, 16, 17, 18, 19, della Costituzione.