Plagio e politica italiana.

Bo. 2. 1. 15

Plagio e politica italiana.

Innanzitutto Plagiare non si identifica con imitare o copiare opere altrui; plagiare ha senso proprio se si tratta di manipolare opere altrui, usando solo l'aspetto o gli aspetti, utili a diventare uno strumento improprio, in un contesto diverso da quello originale.
Plagiare = ridurre in schiavitù, oppure = ridurre ad uso improprio, manipolandola con riflessi condizionati,( nuova tecnica) qualsiasi cosa o persona.
Plagio equivale a mutare uno o più aspetti di un'opera a fini speculativi invalidanti l'opera iniziale, o distorcente del pensiero o realtà.
In Italia anche la Costituzione è plagiata se questo è il criterio, perchè non imita le altre Costituzioni democratiche, in quanto tutte hanno un preambolo introduttivo dei principi di Libertà, eguaglianza dei diritti, e della Giustizia.
Il Preambolo alla Costituzione non esiste in Italia.
Le definizioni degli articoli risultano in forma dogmatica, belli ma incomparabili,astratti ed avulsi dalla realtà storica ed in particolare, la contraddizione  tra Principi e Leggi applicate per la normale gestione pubblica.
Il punto focale sono le centralizzazioni dei poteri, in mano a poche persone, e la gestione dello Stato come affare del clericalismo che si era autoescluso dal 1861, lo Stato diventa una organizzazione pubblica gestita con criteri dipendenti dalla Chiesa, con una suddivisione semplicistica tra ricchi e poveri, contadini e proprietari dei latifondi, una mentalità conservatrice ed arcaica di fronte agli sviluppi tecnico economici del Paese.
Lo Stato diventa appannaggio del clericalismo con la pregiudiziale del lavoro garantito, comunque e sempre, al di sopra delle regole del lavoro, per il servizio di fedeltà al politico di turno e quello di sempre, ovvero la Chiesa di Stato Vaticana.
Lo Stato diventa Stato pregiudiziale verso le classi sociali più deboli, a fronte di una massima concentrazione dei poteri per mezzo dei monopoli pubblici e privati.
Plagio diventa la negazione del permanere di una situazione asfittica e controproducente per la società italiana direttamente coinvolta nelle dinamiche dei mercati liberi internazionali a concorrenza multipla ed elevata.
Le dinamiche vessatorie e punitive dei monopoli che penalizzano l'intelligenza sono un freno allo sviluppo, come il principio di controllo ricattatorio del clericalismo per il quale esiste la possibilità di sviluppo se e solo se si accettano condizioni vessatorie degli interessi politici, o corruttivi per Decreti Legge, come le Tangenti e per regola del Fascismo, ancora oggi valida, la sperequazione delle tasse.
A ben vedere il Plagio è connaturato con tutte le ideologie, o ideali politici fondati sull'egemonia di una sola classe sociale sulle altre, perché altera e distorce la realtà negando l'evidenza delle interazioni indispensabili al funzionamento dell'industria ponendo falsamente il ruolo di direzione come un fatto a sè stante  ed estraneo rispetto alla competenza tecnica di tutte le componenti, con le loro funzioni.
Plagio è la negazione di parte della realtà,  quindi della realtà nella sua sostanza, l'interazione; per censura diretta ed indiretta, per rifiuto a considerarla reale anche se esiste, per svilimento delle sue funzioni, e per pregiudiziale classificazione della realtà non rilevante o inutile ai fini della politica.
Il Plagio è lo strumento della gerarchia, che impartisce solo ordini verticistici, senza conoscenza della realtà molto spesso.
Bonificare l'Italia vuol dire riscrivere la Costituzione con Assemblee Costituenti in tutte le città, sulla base dei Principi Democratici: divisione dei poteri, attribuzione del potere decisionale ad un solo organismo, non due paritari, ma uno, la Camera esecutivo ed il Senato legislativo, riduzione proporzionale degli addetti alla Politica e professionalità definita e rappresentativa, di tutti i ceti sociali con proporzionalità che garantisca la presenza a tutti.
In nome della Libertà che esiste solo se vi è eguaglianza tra tutti gli abitanti, donne ed uomini per diritti identici, con funzioni diverse e complementari, così come la proporzionalità diretta ed indiretta dei vari organismo dirigenti e la parificazione dei criteri a quelli delle Democrazie Europee, più sviluppate della cultura clericale, ottusa e ricattatoria, nelle sue funzioni di pregiudiziale opposizione ad ideologie  cosiddette" rivoluzionarie",che ora sono crollate in parte, ma non le religioni di Stato.
le ideologie assolute politiche del 900,  sono comparabili alle religioni di Stato come base ideologica pregiudiziale contro la Democrazia e lo sviluppo della società.
Ora e sempre..Xma--Legio--Italiana--Democratica  d'Europa.

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